Porsche took its first major step in the evolution of its soon-to-be immortal 911 for the 1969 model year, extending the wheelbase of the new “B” series by six centimetres in the interest of improved stability. The wheel openings were also modified to accommodate larger wheels and tyres. Under the engine lid, the air-cooled flat six-cylinder engine remained at two litres of displacement but was built on a new magnesium-alloy case.

The 911 was now offered in three variations: the 110-horsepower 911 T, the 140-horsepower 911 E, and the potent 170-horsepower 911 S. First introduced in 1967, the 911 S was the ultimate production Porsche. It featured a reprofiled camshaft, larger valves, better porting, titanium alloy connecting rods, and a higher compression ratio. Initially fed by two 40 IDS Weber triple-barrel carburettors, the 911 S was upgraded for 1969 with a Bosch mechanical fuel injection system which added an additional 10 horsepower. Chassis upgrades extended beyond the stretched wheelbase with the 911 S fitted with a rear anti-roll bar, stiffer front anti-roll bar, Koni shocks, and upgraded four-wheel disc brakes with ventilated rotors. The “S” package also included special gear ratios fitted to its five-speed overdrive transmission.

As confirmed by the copy of its Kardex factory build record (available to view on file), the 911 S offered here retains its matching-numbers chassis, engine, and gearbox. It was delivered new to the Venetian suburb of Mestre, Italy in January 1969, specified in Koenigsblau (Royal Blue), then a 356-exclusive colour that was no longer being offered on the 911. The first owner further customised his car with a black leatherette interior with black and white basketweave seat inserts. The Porsche was later documented to reside in Borgetto, near Palermo.

Showing evidence of a prior restoration, this 911 S Coupé presents an excellent opportunity to experience Stuttgart’s late 1960s masterpiece at first-hand.

Il primo, importante traguardo di Porsche nell’evoluzione del modello 911 destinato all’immortalità avvenne con il modello 1969, quando il passo della nuova serie “B” fu allungato di 6 cm per ottimizzarne la stabilità. Anche i passaruota furono modificati per permettere il montaggio di cerchi e pneumatici più grandi. Sotto il cofano il motore sei cilindri “piatto” raffreddato ad aria conservò la cilindrata di 2 litri, ma fu equipaggiato con un nuovo carter in lega di magnesio.

La 911 era disponibile in tre varianti: la 911 T da 110 CV, la 911 E da 140 CV e la potente 911 S da 170 CV. Presentata per la prima volta nel 1967, la 911 S era il non plus ultra della produzione Porsche di serie. Adottava un albero a camme riprofilato, valvole maggiorate, una migliore distribuzione, bielle in lega di titanio e un rapporto di compressione più elevato. Inizialmente alimentata da due carburatori Weber 40 IDS a triplo corpo, la 911 S fu aggiornata nel 1969 con un sistema d’iniezione meccanica Bosch che offrì un incremento di 10 CV. Oltre al passo più lungo, le novità del telaio della 911 S includevano una barra antirollio posteriore, una barra antirollio anteriore più rigida, ammortizzatori Koni e freni a disco aggiornati sulle quattro ruote con rotori ventilati. Il pacchetto “S” includeva inoltre i rapporti speciali nella trasmissione a cinque marce con overdrive.

Come confermato da una copia del registro Kardex originale (disponibile nel faldone), la 911 S qui proposta è dotata di telaio, motore e cambio corrispondenti ai registri originali. Fu consegnata nuova a Mestre, in Italia, nel gennaio 1969 rifinita in blu Koenigsblau, un colore in esclusiva per la 356 che all’epoca non era più proposto per la 911. Il primo proprietario personalizzò ulteriormente la vettura con interni in similpelle nera e inserti natté bianchi e neri nei sedili. Secondo la documentazione questa Porsche fu successivamente trasferita a Borgetto, vicino a Palermo.

Sottoposta a un precedente restauro, questa 911 S Coupé rappresenta un’eccellente opportunità di sperimentare in prima persona uno dei capolavori prodotti a Stoccarda verso la fine degli anni ’60.